La grande “sfida” di una piccola riqualificazione architettonica

Nel contesto urbano densamente costruito della primissima periferia bolognese, sviluppatasi nella prima metà del secolo scorso, il recupero di due piccoli volumi all’interno di un cortile per sottrarli al degrado ed alla vetustà, più rivelarsi impresa ardua, dovendo inquadrare l’intervento all’interno dei nuovi strumenti urbanistici e delle regole per consentire l’accesso agli incentivi fiscali.

Si naviga un acque percorse da correnti forti e sempre diverse a causa della evoluzione normativa, cercando di fissare una rotta che permetta di raggiungere l’obiettivo attraverso un percorso irto di ostacoli e a volte anche di “trappole” ben nascoste nelle pieghe di normative troppo spesso ipertrofiche.

Questa è la sfida: recuperare due piccoli volumi nati come deposito – legnaia e lavanderia, realizzati tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, ormai non più adatti nemmeno per i loro utilizzi originari ( usi per i quali l’esigenza si è ormai perduta ), uno dei quali ha col tempo assunto le sembianze di una “baracca” temporanea più che di un fabbricato. Di certo entrambi ormai stridono all’interno del contesto (non certo architettonicamente pregiato ma di indubbio valore immobiliare) nel quale sono inseriti.

Il progetto riguarda la riqualificazione edilizia e la realizzazione di una nuova unità ad uso abitativo, monolocale, con trasformazione di superficie accessoria in superficie utile attraverso la ristrutturazione di uno dei due piccoli corpi di fabbrica, la demolizione e ricostruzione di quello più fatiscente ed un piccolo aumento di volume per raggiungere il soddisfacimento dei requisiti igienico-funzionali richiesti per l’uso residenziale; il tutto cercando di mantenere l’intervento all’interno delle possibilità attualmente offerte per l’accesso agli incentivi fiscali per l’edilizia.